Lidia Del Duca

CONSERVAZIONE & RESTAURO BENI CULTURALI

Restauro

Basilica di Santa Sabina – Roma

Il dipinto murale, di 2,80×4,35 metri, raffigura la Madonna col Bambino affiancata dai santi Pietro e Paolo e, alle estremità, dalle sante Sabina e Serafia, che introducono, a sinistra, i due committenti e, a destra, il papa regnante Costantino I. Le figure dei donatori sono indicati dall’iscrizione come l’arcipresbitero Teodoro e il presbitero Giorgio e identificati con i due legati papali al Concilio di Costantinopoli del 680. la figura del papa, invece, ha permesso di datare l’opera tra il 710-715 d.C.. Si tratta, quindi, di un ritrovamento eccezionale, data la rarissima sopravvivenza di pitture e mosaici in quest’epoca. Altrettanto straordinario è il linguaggio stilistico del dipinto, naturalistico e monumentale, che rende probabile una sua realizzazione da parte di un artista bizantino, ancora fortemente legato alla classicità. La scoperta dell’icona ha rivelato, in verità un vero e proprio palinsesto pittorico, perché al di sotto di esso sono riemerse le tracce di una decorazione ancora più antica, raffigurante specchiature marmoree dipinte e risalente, addirittura, al V secolo d.C., momento di fondazione della Basilica di Santa Sabina.

STUDIO DELLE TECNICHE ARTISTICHE E INTERVENTO DI RESTAURO

Lo studio delle tecniche di esecuzione e le analisi scientifiche condotte sui materiali impiegati dalle maestranze, hanno messo in evidenza importanti dati circa le abitudini di questa bottega artistica attiva sullo scorcio del VII secolo e rivelato la presenza di materiali particolarmente pregiati. Si vogliono citare ad esempio il preziosissimo Blu di Lapislazzuli impiegato per le campiture celesti, ed una particolarità tecnico-stilistica, come la scelta di realizzare i visi femminili e del Gesù nella mandorla partendo da una base verde a piena campitura (detta Verdaccio), entrambi comunemente attestati solo a partire dai secoli successivi.

RASSEGNA STAMPA

https://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/2010/164q04a1.html

https://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2010/07/25/news/quell_icona_bizantina_riapparsa_nell_aventino-5821748/

http://www.poloromano.beniculturali.it/index.php?it/22/eventi/47/eccezionale-scoperta-a-santa-sabina

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/12/santa-sabina-affresco-svelato-un-giardino.html

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/07/20/svelato-in-santa-sabina-un-affresco-bizantino.html

https://www.recensito.net/archivio/47-cultura/8947-roma-nella-chiesta-santa-sabina-scoperto-un-affresco-bizantino.html

https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli///105777.html

 

MARMI E PIETRE

Che sia una piccola statuina o architravi, colonne e sculture ciò che caratterizza questi manufatti è che sono realizzati con un unico materiale. Ciò nonostante anche i marmi e le pietre hanno caratteristiche chimiche e fisiche che li differenziano enormemente uno dagli altri. Alcuni sono più porosi e tendono a sgretolarsi, altri sono più duri e resistenti; alcuni sono esposti alle intemperie, altri sono stati trattati con cere o sostanze che ne hanno alterato l’aspetto. Per ognuno di questi casi esiste la corretta metodologia di restauro, che va dal consolidamento della materia dal suo interno, alla pulitura della superficie, alla reintegrazione e stuccatura delle parti cadute o danneggiate.

DIPINTI MURALI

Numerose sono le tecniche di realizzazione di un dipinto murale. A seconda delle epoche, delle mode e della capacità degli artisti si è passati dall’affresco puro, alla tecnica mista  (base ad affresco con pennellate finali a secco), al dipinto ad olio su muro, fino ai murales contemporanei. Ognuna di queste tecniche prevede l’uso di materiali anche molto differenti tra loro, a partire dalle malte per realizzare il supporto e prepararlo a ricevere il colore, fino ai protettivi finali. Un intervento conservativo dovrà quindi tenere conto delle specificità della tecnica di realizzazione, ma anche del luogo in cui è posizionato il dipinto. Questo infatti può essere all’interno di una chiesa o di un palazzo, oppure all’esterno esposto agli agenti atmosferici.

DIPINTI SU TAVOLA

La caratteristica di questi particolari tipi di dipinti è quella di essere stati realizzati su di un supporto  estremamente sensibile alle variazioni degli indici di TEMPERATURA e UMIDITA’ che possono verificarsi sia nell’ambiente circostante che all’interno del supporto stesso. Il legno è un materiale sempre vivo che si dilata e si restringe al variare di questi due parametri. Se l’opera non è conservata in un ambiente con microclima stabile e controllato, il continuo movimento del supporto può generare danni alla superficie dipinta con conseguente perdita, anche grave, di parte della raffigurazione. Nella maggior parte dei casi, dunque, l’intervento di restauro conservativo di un dipinto su legno dovrà necessariamente tenere conto del comportamento del supporto, ovvero del retro del dipinto,  prima di poter intervenire sul verso. Oltre alla disinfestazione da eventuali attacchi di tarli, il supporto potrà venir trattato con particolari sistemi chimici di consolidamento del legno, oppure con dei sistemi di “traversatura” suppletiva che accompagnino, e allo stesso tempo limitino, l’inevitabile movimento del supporto al variare di temperatura e umidità. È solo in un secondo momento, infatti, che sarà possibile eseguire le operazioni di restauro della pellicola pittorica che generalmente consistono nel fissaggio dei sollevamenti, pulitura con miscele solventi, stuccatura delle lacune, reintegrazione pittorica con colori per il restauro e, infine, nella verniciatura finale avente anche funzione protettiva.

DIPINTI SU TELA

Il supporto scelto dall’artista per questo tipo di dipinti è la tela, fissata su un telaio generalmente di legno. Come per le tavole dipinte, anche le tele possono soffrire a causa della variazione di temperatura ed umidità, ma nella maggior parte dei casi, i danni sono causati principalmente dal cattivo tensionamento della tela sul telaio e/o dall’invecchiamento delle fibre di lino o cotone che costituiscono la tela stessa. Si possono così notare sul dipinto grinze ed ondulazioni che, con il tempo, causano sollevamenti della pellicola pittorica e la conseguente sua perdita, oppure stappi e lacerazioni. Per ovviare a questa tipologia di danno si deve quindi intervenire sulla tela e sul suo telaio, a volte rifoderando interamente il dipinto e perfezionando il sistema di tensionamento del telaio, a volte intervenendo localmente. Generalmente le tele sono dipinte con la tecnica ad olio che prevede una verniciatura finale. Quest’ ultma con il tempo e l’esposizione alla luce subisce un naturale invecchiamento che porta ad un ingiallimento e offuscamento della cromia originale sottostante. Attraverso l’eliminazione dello strato più superficiale di vernice ingiallita è possibile ripristinare i valori cromatici così come al momento della realizzazione del dipinto ed intervenire sui sollevamenti o le lacune presenti, in modo da garantire una perfetta conservazione della pellicola pittorica e, soprattutto, una godibilità ottimale dell’opera.